giovedì 21 giugno 2012


Merigar West

Quando svalichi la collinetta, seguendo la polverosa strada sterrata, ti sembra di aver percorso di colpo migliaia di chilometri ed essere nel cuore dell'Asia.
Una fila di bandiere logore e colorate, appese ai tralicci della luce, introduce allo slargo che funge da parcheggio, ora deserto. Un ragazzo scarmigliato si incammina a piedi verso il paese, mentre le nuvole si ricompattano, adagio. In lontananza si intravede la cupola del Gompa e la punta dorata del Grande Stupa.
Le colline hanno un taglio brusco e inconsueto, molto poco toscano, e lo sperone di roccia sul quale si erge il Tempio della Grande Contemplazione sembra la scenografia di un film di wuxia.
C'è un aria irrequieta, positivamente irrequieta; mistica. Questo luogo non è stato scelto a caso.
Ci avviciniamo cauti, ci viene da stare in silenzio, anche se siamo solo turisti casuali. C’è poca gente, non è settimana di grandi eventi. Sono quasi tutti stranieri ma troviamo un’italiana che ci mostra gli edifici e ci introduce alla storia di quel luogo.
Ci togliamo le scarpe, scivoliamo sul legno e ci lasciamo tranquillizzare dalla grande stanza circolare.
Dopo la visita rimaniamo un po’ seduti sulle panche del camminamento esterno, semplicemente rilassati.
Ci concediamo una tazza di the e una fetta di crostata sotto la tettoia del camioncino-bar. Attendiamo che la pioggia rallenti poi torniamo verso la macchina. Entrambi ci voltiamo verso il complesso di edifici. Sappiamo già che torneremo. Perché una parte di noi è rimasta lì.

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