giovedì 14 giugno 2012


Primo Bacio

Mi sbatte contro il muro, non posso farci niente. Lei è più grande di me, di età e di stazza.
Stavamo giocando a nascondino, con altri ragazzini, era l’ultima sera d’estate. Come al solito ci infiliamo dietro la grande siepe accanto all’ingresso delle scuola, nello stretto spazio che c’è tra le foglie di alloro e la parete sbeccata. La luce biancastra dei lampioni sulla strada filtra appena ma tagliente.
Era una partita come le altre. Corriamo nel buio, ci “taniamo”, facciamo la conta; i genitori ci guardano da lontano mentre sorseggiano un po’ di vino sotto il grande portico della palestra...
Siamo lì, noi due, con la schiena contro il cemento, in attesa. Ci stanno cercando, altri sono già stati scoperti. Respiriamo piano, ci guardiamo, ci scappa un sorriso. Poi, come scaraventato in un tornado, vengo depredato della mia fanciullezza.
Con un movimento rapido e famelico lei mi schiaccia contro il muro con il corpo e appiccica le labbra sulle mie. Non è il mio primo bacio a stampo, anche se non ero mai stato baciato in quel modo, quasi violentato. Il momento sarebbe stato già memorabile così, ma ancora non potevo immaginare. Lei apre la bocca, e costringe anche me a farlo. Impaccio estatico.
Ad un tratto un ragazzino più piccolo si fionda dentro la siepe per non essere visto. Lei si stacca e con due frasi prova a convincerlo ad andare via, che quello non è un buon nascondiglio. Lui annuisce e se ne va, abbastanza persuaso.
Io non ho tempo di parlare né di riprendermi che lei riattacca, più vorticosa di prima. Allunga anche qualche mano e io non so davvero che fare. Dura qualche minuto poi ci tocca sbucare dalla siepe. Ci stanno cercando tutti.
Più tardi, in macchina, non dico una parola e guardo nostalgico fuori dal vetro, seduto sul sedile posteriore della opel kadett.
Tutto bene? Sì.
Non ti ho mai più rivista, Primo Bacio. 

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