Le
conseguenze delle more (prima parte)
Il
sentiero che da Buonconvento porta a Montenero è prima tutto in
discesa e poi tutto in salita. A metà, proprio dove cambia la
pendenza, si trova il Leccio del Morto, che si chiama così perché
una volta ci hanno impiccato un brigante.
Ai
bambini del paese è vietato superare quell’albero, perché sanno
che al di là si trova il Morgus, che se ti prende non torni a casa
mai più. Ma, come sempre accade, i ragazzini non perdono occasione
per trasgredire le leggi dei grandi. Spesso infatti si recano al
Leccio del Morto e fanno a gara a chi riesce a cogliere le enormi
more che vi crescono poco oltre.
Il
Morgus lo sa bene e ogni giorno si alza di buon’ora e si incammina
giù per la collina nella speranza che qualche mocciosetto sia in
vena di spavalderie. E anche quella mattina, come tutte le altre,
mentre l’alba ancora tarda a farsi annunciare, il Morgus esce dal
suo rifugio, viscido e spettrale.
Poco
prima di imboccare il sentiero tra gli abeti oramai spogli viene
raggiunto da una vociaccia stridula che gli urla: “Ti sei ricordato
di prendere due topi per la merenda?!”
Il
Morgus odia quando sua madre fa così.
“Sì,
mamma… li ho presi...”
Almeno
evitasse di farlo ad alta voce, che poi tutti i troll e gli gnomi del
bosco lo prendono in giro e pensano che sia uno stupido. Ma lui non è
uno stupido, tutt’altro! È che è molto difficile catturare quei
piccoli bastardi. Il fatto è che, beh, a lui i bambini non sono mai
piaciuti! Quando suo padre glieli faceva mangiare per forza, da
piccolo, lui faceva una gran fatica. Doveva mangiarci dietro una
mezza vipera arrosto e almeno una dozzina di pigne secche per
riuscire a mandarli giù. E ora che suo padre è morto, ucciso dai
cacciatori del villaggio, tocca a lui fare da Morgus e andare tutti i
giorni a caccia di bambini. Di fatto però non ne ha mai preso
nessuno. Anche quando avrebbe avuto l’occasione, si è sempre
limitato a spaventarli o tutt’al più a graffiarli. Non è per
pietà o mancanza di cattiveria che non li cattura. È che proprio
non tollera il loro sapore! Questo certo alla madre non può dirlo, e
ogni volta inventa scuse e torna a casa con un mazzo di topi o magari
di gatti screziati. E ogni volta la madre lo rimprovera duramente e
lo rispedisce al suo dovere.
Pertanto
anche quel giorno è costretto a scendere a valle, alla ricerca di un
pasto da rimediare.
Giunto
nei pressi del Leccio, vede un ragazzino dai capelli rossi che sta
fermo a braccia conserte e scruta il bosco davanti a sé. Ma quello è
il bamboccio al quale ho quasi staccato un dito l’altro giorno,
pensa il Morgus. Allora gli si avvicina, nascosto tra i cespugli,
per cercare di spaventarlo e farlo scappare. D’un tratto balza
fuori e gli grida: “Che ci fai qui, moccioso?! Vuoi che ti mangi
tutta la mano questa volta?!” Il ragazzino però appare per nulla
scosso. Anzi, sembra addirittura annoiato.
(continua...)
(continua...)
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