lunedì 16 aprile 2012


America's Cup

In quella che alla fine fu l'edizione 2010 della America's Cup prese vita una grande bagarre, che rese la fase precedente alla competizione molto più interessante della gara stessa.
Due anni e mezzo di processi, miriadi di ricorsi, ripicche, ribaltoni, piccole e grandi vendette che portarono allo svolgimento di una delle più costose e ridicolmente brevi edizioni che la storia della vela ricordi. Tutto questo grazie alle smanie dei partecipanti e alle interpretazioni del Deed of Gift, un documento del 1887, redatto dall'ultimo sopravvissuto dell'equipaggio americano che quasi trent'anni prima aveva sconfitto la flotta inglese in quella che viene considerata la prima Coppa America, allora Coppa delle Cento Ghinee. Il documento, depositato presso la Corte Suprema di New York, detta le regole per l'iscrizione dei partecipanti, la lunghezza delle barche, il luogo delle regate e le norme riguardanti lo sfidante, il Challenger of Record. È un documento assai breve ma denso e affascinante. Ha il sapore dell'età moderna, di una disciplina e un contegno tipicamente anglosassoni ed è incredibile come ancora oggi sia l'unico foglio in grado di redimere una delle competizioni sportive più longeve e più tecnologiche del mondo.
Accade dunque che nel 2007 lo sfidante, il club nautico di Valencia, secondo il Deed of Gift (DoG) non avesse i requisiti per sfidare il Defender, gli svizzeri di Alinghi. Il regolamento prevede infatti che il club sfidante debba aver organizzato almeno una regata annuale, mentre i valenciani si erano costituiti appositamente per la competizione in corso. Allora i neozelandesi chiedono l'intervento della corte suprema dello stato di New York, unica in grado di esprimersi in materia (sempre secondo il DoG) e dopo due gradi di processo ottengono di essere gli sfidanti ufficiali, escludendo di fatto le altre pretendenti che si erano accodate agli spagnoli (il DoG prevede che se i due contendenti principali non si mettono d'accordo devono sfidarsi al meglio delle tre regate, di cui la prima e la terza in linea e la seconda a triangolo). A questo punto il Defender, avendone il diritto, sceglie come luogo della disfida gli Emirati Arabi e come periodo il mese di marzo. Ma il DoG impedisce di regatare nell'emisfero boreale durante l'inverno. Dunque ancora una volta il Challenger vince la causa e la competizione viene spostata a Valencia in estate. Per spiazzare il Defender, i neozelandesi, che da sfidanti possono scegliere il tipo di imbarcazione, propongono provocatoriamente di usare un multiscafo, scelta avvenuta solo una volta, alla fine degli anni ottanta. Del resto loro lavorano da mesi a un trimarano di novanta piedi e sono già molto avanti con i test. Gli svizzeri tuttavia non colgono la provocazione e accettano, iniziando a costruire un catamarano. Ed ecco un nuovo problema: sempre secondo il DoG le imbarcazioni devono essere assemblate in patria e giungere al luogo della regata già pronte. Dunque gli svizzeri son costretti a montare Alinghi nel Lago Lemano e poi a trasportarla con l'elicottero più grande del mondo (di fabbricazione russa) dal Cantone Vallese al mar Ligure, costringendo gli abitanti delle zone interessate al decollo a imbrigliare le tegole delle case per evitarne lo scoperchiamento.
Finalmente, con oltre due anni di ritardo, è tutto pronto e la sfida ha inizio (nonostante sia inverno) al largo della costa spagnola. In realtà altre questioni restano in sospeso, ma il giudice Kornreich deciderà di esprimersi dopo la competizione, alla fine di marzo di quell'anno.
In tutto questo non ci interessa chi abbia vinto. Ci lasciamo semplicemente conquistare dal fascino e la forza inossidabili dei testi antichi e delle gesta.

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