America's
Cup
In
quella che alla fine fu l'edizione 2010 della America's Cup prese
vita una grande bagarre, che rese la fase precedente alla
competizione molto più interessante della gara stessa.
Due
anni e mezzo di processi, miriadi di ricorsi, ripicche, ribaltoni,
piccole e grandi vendette che portarono allo svolgimento di una delle
più costose e ridicolmente brevi edizioni che la storia della vela
ricordi. Tutto questo grazie alle smanie dei partecipanti e alle
interpretazioni del Deed of Gift, un documento del 1887,
redatto dall'ultimo sopravvissuto dell'equipaggio americano che quasi
trent'anni prima aveva sconfitto la flotta inglese in quella che
viene considerata la prima Coppa America, allora Coppa delle Cento
Ghinee. Il documento, depositato presso la Corte Suprema di New York,
detta le regole per l'iscrizione dei partecipanti, la lunghezza delle
barche, il luogo delle regate e le norme riguardanti lo sfidante, il
Challenger of Record. È un documento assai breve ma denso e
affascinante. Ha il sapore dell'età moderna, di una disciplina e un
contegno tipicamente anglosassoni ed è incredibile come ancora oggi
sia l'unico foglio in grado di redimere una delle competizioni
sportive più longeve e più tecnologiche del mondo.
Accade
dunque che nel 2007 lo sfidante, il club nautico di Valencia, secondo
il Deed of Gift (DoG) non avesse i requisiti per sfidare il
Defender, gli svizzeri di Alinghi. Il regolamento prevede infatti che
il club sfidante debba aver organizzato almeno una regata annuale,
mentre i valenciani si erano costituiti appositamente per la
competizione in corso. Allora i neozelandesi chiedono l'intervento
della corte suprema dello stato di New York, unica in grado di
esprimersi in materia (sempre secondo il DoG) e dopo due gradi di
processo ottengono di essere gli sfidanti ufficiali, escludendo di
fatto le altre pretendenti che si erano accodate agli spagnoli (il
DoG prevede che se i due contendenti principali non si mettono
d'accordo devono sfidarsi al meglio delle tre regate, di cui la prima
e la terza in linea e la seconda a triangolo). A questo punto il
Defender, avendone il diritto, sceglie come luogo della disfida gli
Emirati Arabi e come periodo il mese di marzo. Ma il DoG impedisce di
regatare nell'emisfero boreale durante l'inverno. Dunque ancora una
volta il Challenger vince la causa e la competizione viene spostata a
Valencia in estate. Per spiazzare il Defender, i neozelandesi, che da
sfidanti possono scegliere il tipo di imbarcazione, propongono
provocatoriamente di usare un multiscafo, scelta avvenuta solo una
volta, alla fine degli anni ottanta. Del resto loro lavorano da mesi
a un trimarano di novanta piedi e sono già molto avanti con i test.
Gli svizzeri tuttavia non colgono la provocazione e accettano,
iniziando a costruire un catamarano. Ed ecco un nuovo problema:
sempre secondo il DoG le imbarcazioni devono essere assemblate in
patria e giungere al luogo della regata già pronte. Dunque gli
svizzeri son costretti a montare Alinghi nel Lago Lemano e poi a
trasportarla con l'elicottero più grande del mondo (di fabbricazione
russa) dal Cantone Vallese al mar Ligure, costringendo gli abitanti
delle zone interessate al decollo a imbrigliare le tegole delle case
per evitarne lo scoperchiamento.
Finalmente,
con oltre due anni di ritardo, è tutto pronto e la sfida ha inizio
(nonostante sia inverno) al largo della costa spagnola. In realtà
altre questioni restano in sospeso, ma il giudice Kornreich
deciderà di esprimersi dopo la
competizione, alla fine di marzo di quell'anno.
In
tutto questo non ci interessa chi abbia vinto. Ci lasciamo
semplicemente conquistare dal fascino e la forza inossidabili dei
testi antichi e delle gesta.
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