Gracchi
Tiberio
Sempronio e Gaio Sempronio Gracco, di origine plebea per parte di
padre e discendenti di Publio Cornelio Scipione Africano per parte di
madre, godettero di una folgorante lungimiranza. Semplificandone gli
intenti si può dire che le loro riforme fossero tese alla
ridistribuzione della terra tra i nullatenenti (sottraendola ai
patrizi latifondisti) e alla concessione della cittadinanza romana ai
latini (e di quella latina agli italici). Come dire: più lavoro e
più diritti (e doveri) per tutti. Il fatto che prima uno e poi
l'altro siano stati duramente osteggiati la dice lunga sul fastidio
delle loro proposte. Tiberio morì per le percosse durante uno
scontro in Senato e Gaio, secondo la ricostruzione più accreditata,
si fece uccidere da un servo, braccato al Gianicolo dopo una lunga
fuga dai suoi oppositori. Assieme a loro morirono centinaia di
cittadini che li appoggiarono e li difesero. Era la fine del secondo
secolo avanti Cristo. Da allora sono passati più di duemila anni. O
forse no.
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