giovedì 23 agosto 2012


Gracchi

Tiberio Sempronio e Gaio Sempronio Gracco, di origine plebea per parte di padre e discendenti di Publio Cornelio Scipione Africano per parte di madre, godettero di una folgorante lungimiranza. Semplificandone gli intenti si può dire che le loro riforme fossero tese alla ridistribuzione della terra tra i nullatenenti (sottraendola ai patrizi latifondisti) e alla concessione della cittadinanza romana ai latini (e di quella latina agli italici). Come dire: più lavoro e più diritti (e doveri) per tutti. Il fatto che prima uno e poi l'altro siano stati duramente osteggiati la dice lunga sul fastidio delle loro proposte. Tiberio morì per le percosse durante uno scontro in Senato e Gaio, secondo la ricostruzione più accreditata, si fece uccidere da un servo, braccato al Gianicolo dopo una lunga fuga dai suoi oppositori. Assieme a loro morirono centinaia di cittadini che li appoggiarono e li difesero. Era la fine del secondo secolo avanti Cristo. Da allora sono passati più di duemila anni. O forse no.

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