La
panache
Eravamo
seduti in un bar di periferia, un posto carino anche se ai margini
della zona industriale, e stavamo sorseggiando un aperitivo
all'aperto, sotto gli ombrelloni. Al tavolo c'era anche un amico di
famiglia di vecchia data, svizzero quasi apolide, girovago,
multilingue, alto, magro, riccio, profilo un po' francese ma non
troppo, con un'amica conosciuta a Rimini ad un convegno, straniera
non ricordo di dove. Pertanto la conversazione verteva sulle
differenze culturali tra i vari Paesi. Ad un tratto partono le
critiche sugli italiani, ma le accettiamo di buon grado e con il
sorriso sulle labbra. L'amico svizzero poi, citando un suo collega,
dice una cosa che mi è rimasta impressa: “Gli italiani saranno
anche inaffidabili, ritardatari, sporchi, individualisti... Però
hanno la panache.” che letteralmente è la piuma del
cappello o dell'elmo, ma dopo Enrico IV di Francia e Cyrano de
Bergerac è diventata sinonimo di "estro", "maniere sgargianti" ma anche
di "avventato coraggio". E poi suona proprio bene, soprattutto se si
strascica il suono “sh” e si fa roteare la mano aperta sopra la
testa, gesticolando come un guitto. La panashhhhhhh....
Nessun commento:
Posta un commento