Eloquio
Nell'aprile
del 2008 frequentai un breve laboratorio di scrittura, dedicato ai
racconti brevi, con un noto scrittore italiano. Alcune sue frasi,
pronunciate durante quei pomeriggi, mi colpirono per l'altezza
dell'eloquio, nonostante il contesto decisamente informale e
scarsamente aulico. Ne riporto alcune, con l'intenzione di
utilizzarle, di tanto in tanto, onde migliorare l'oratoria anche nei
momenti più conviviali della vita quotidiana. Nel leggerle metteteci anche un po' di erre ruvida, di gola.
”Chiudo
la finestra perché mi arriva un refolo.”
“Inorridito
dalla fatica del cambiamento, lascio tutto com’era.”
“Mi
dedico alle bellurie.”
“Questo
«orrore»
è prolettico a quello che poi succederà.”
“É
una forma di edulcorazione, di contrabbando del caos.”
“L’ho
circostanziato con fior di esempi.”
“Tutto
questo salgarismo del padre, questo cascame libresco, creava un
contrasto troppo immediato con il linguaggio della protagonista.”
“Queste
cinque pagine sono effettivamente un po’ indigeste”.
“Sennò
l’altro fa la figura dell’afasico, dell’impedito.”
Ma la
migliore:
“É
un padre anti-mitopietico. É
un padre prosa, non è un padre poesia.”
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