Sottolineatore
L'altro
giorno in biblioteca ho preso un saggio da leggere per un esame. Sul
foglietto di prestito c'era scritto: molto sottolineato. L'ho aperto
e ho controllato lo stesso, sperando che il molto
del bibliotecario non fosse poi così tanto.
Era
molto sottolineato.
Studiare
su un libro sottolineato non è mai piacevole, ma mettersi a
cancellare è un lavoraccio, nonché un rischio. Magari una pagina si
strappa o qualche parola se ne va con la matita...
Rinuncio,
quindi, mi siedo a uno dei tavoli liberi al lato della sala ed inizio
a leggere.
Dopo
i primi capitoli mi accorgo che, se il libro fosse stato mio, avrei
sottolineato praticamente le stesse cose. Non troppe, né troppo
poche. Qualche parola cerchiata, un paio di frecce, qualche tratto
più pesante di altri. Sembra che io e il sottolineatore abbiamo
almeno qualcosa in comune. Magari è solo la scuola che ci ha
insegnato a sottolineare tutti allo stesso modo, ma mi piace credere
che ci sia di più. É più divertente, ed è un motivo valido per
non studiare per qualche minuto.
Chissà
chi è.
Dalle
linee storte sembrerebbe un maschio. É
alto? Baffuto? Un po' gobbo? Magari se ci fossimo conosciuti saremmo
andati d'accordo e avremmo riso alle stesse battute. Ma potrebbe
essere anche una donna, una sottolineatrice;
conosco ragazze che sottolineano anche peggio di così. Capelli
corti? Maglietta scura? Una cicatrice leggera sulla guancia? Forse ci
saremmo piaciuti, corteggiati, innamorati? Mi sforzo di crederlo per
trovare qualche analogia bizzarra su qualcuno che tanto non conoscerò
mai.
Mi
guardo attorno, in cerca di un volto che possa essere associato a
questo libro. Magari è qui. Magari mi sta guardando. Magari viene
qui e aspetta che qualcuno prenda quel libro per vedere chi è e che
cosa trascrive, se segue le sue impronte.
Scruto
la sala come se stessi cercando qualcuno che conosco e che so che è
lì, da qualche parte. Ma dopo una dozzina di facce non trovo nessuno
che mi soddisfi. Decido che il sottolineatore deve aver preso quel
libro molto tempo prima.
Ma
quanto tempo prima lo ha letto? Aveva un esame? E sarà andato bene?
O era un professore? O semplicemente un curioso della materia?
Sarà
ancora vivo?
E
come ha fatto il libro a finire in biblioteca? Una donazione, sua o
di qualche erede? Donereste mai un libro sottolineato senza averlo
prima ripulito? Donereste mai quel libro?
Riprendo
a leggere e le sottolineature continuano ad essere niente male.
Mi
blocco di nuovo. E se fosse più di uno? Se fossero sottolineature di
persone diverse, di anni o addirittura decenni diversi? Allora anche
io potrei contribuire! Aggiungendo sottolineature? Cancellandone
alcune? Che diritto avrei di cancellarle? Metterne di nuove ancora
ancora, ma eliminarne anche solo una!
Faccio
una pausa per bere e sgranchirmi le ginocchia. Gioco col gatto nero
macchiato di bianco che vaga per il chiostro e mi dimentico della
questione.
Torno
dentro e proseguo, ignorando le sottolineature. Del resto quando
guardiamo qualcosa di scontornato dopo un po' la cornice scompare,
no? Come un quadro, gli occhiali o la televisione.
Arrivo
all'ultimo capitolo, quasi del tutto privo di sottolineature, giro
una pagina e un segno particolarmente storto e invadente mi fa
ricordare di colpo tutto quanto. Ecco, quel segno non lo avrei messo.
Ma era da un po' che non c'era niente e forse sentiva il bisogno di
segnare qualcosa, allora ha messo quel segno con poca voglia, con
ancora meno precisione del solito, così tanto per fare. Ma ti pare?
Insomma cosa vuoi da me? Cosa vuoi da tutti quelli che leggeranno il
libro dopo di te? Spaccone, presuntuoso. Non si mettono segni a
caso... Chi eri? Chi sei?
Potevi
almeno scrivere “scusate se ho sottolineato, spero sarete d'accordo
con me”! Ci avevi mai pensato che quel giorno il libro lo avrebbero
usato altri? CHI SEI?
Non
lo saprò mai.
Ma
la tua presenza è costante, mi costringe a dare più peso a certe
parole, meno peso ad altre. Trascrivendole sul foglio accanto non
sono più sicuro che avrei fatto le stesse scelte se il libro fosse
stato intonso. A volte mi sforzo di non trascrivere ciò che anche tu
hai sottolineato, come per dimostrare a me stesso di avere una certa
autonomia intellettuale, una certa libertà di scelta. Ma spesso
cedo, del resto le tue scelte continuano ad essere così azzeccate!
Finisco
il libro, annoto l'ultima citazione. É sottolineata due volte e
vicino hai disegnato un asterisco e un punto esclamativo. Anche a te
deve essere piaciuta molto. Io magari non avrei messo l'asterisco, mi
sa da rimando, da qualcosa di incompiuto. Sto per cancellarlo, ma poi
non lo faccio. Non sarò io a turbare i segni del passato.
Richiudo
il libro e lo riconsegno, per oggi basta così. Esco fuori e respiro
l'aria mite del tramonto. C'è poca gente, nessuno incrocia il mio
sguardo.
Per
oggi non ti incontrerò.
Salgo
in bici, guardo le nuvole, mi torna in mente l'asterisco.
Ciao,
sottolineatore, ovunque tu sia.