giovedì 31 gennaio 2013


Invece

Te ne stai seduta lì, al margine della piazzetta, appena al di là degli ultimi tavolini, ma in vista. C'è una panca di legno che sbuca dal muretto ma tu stai seduta sul muretto, a gambe incrociate, il portatile sulle ginocchia. Ti accendi una sigaretta e getti uno sguardo alla piccola folla che chiacchiera e beve di fronte e dentro al bar. Tu li hai visti, loro ti hanno vista, ma stai in disparte per darti un tono. Forse non avevi nemmeno voglia di fumare, ma lo fai. In realtà non avevi nemmeno bisogno di aprire il portatile, ma penseranno chissà perché esce di casa per poi isolarsi dietro a uno schermo, e questo ti dà un aria di mistero e anche un po' antipatica. Ma del resto non vuoi piacere per forza. Saluti con un cenno alcune persone con le quali vorresti parlare e ridere, ma sei in un momento intimista depressivo autolesionista nel quale vuoi restare ancora per un po'. Passi svogliata il dito sulla tastiera. Ogni tanto sollevi lo sguardo per vedere se qualcuno ti guarda e per ribadire che tu là in mezzo non ci vuoi andare, che in quel luogo non sei a tuo agio. Rimani al margine, dove stanno i segreti. Hai freddo, ma indossi una maglietta scollata, dei pantaloncini molto corti e una pashmina scura. Sempre perché. Finita la sigaretta ti alzi e sgusci fino al banco, ordini una birra piccola e saluti il barista con un cenno del capo, poi riprendi il tuo posto, fissando le crepe sul ciottolato avorio. Un ragazzo si avvicina e ti saluta, rovinando il quadretto che avevi impiegato una buona mezz'ora a creare. Lo tratti quasi male e lui se ne va presto, lasciandoti di nuovo sola. Finisci la birra, riprendi il computer e te ne vai dal vicoletto, anche se in realtà così allunghi il giro, ma attraversare la piazzetta proprio non è da te.

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