giovedì 14 marzo 2013


Treno


C'è una coppia di ventenni, lui di Vico Equense, lei di Bondeno, che si prendono in giro sui rispettivi accenti. Sono innamorati e stanno andando a conoscere i genitori di lei. C'è un cileno basso e piazzato con i capelli lunghi, nerissimi, raccolti da un elastico rosso. Ascolta negli auricolari musica sudamericana solo strumentale, che a me pare tutta uguale, ad un volume assurdo e muove ritmicamente la testa e il piede, inguainato in una scarpa da ginnastica nera e lucida. Guarda dal finestrino la nebbia fitta, come per sfondarla, ma non la vede, assordato com'è. C'è un signore sgangherato che ha sbagliato treno. Ma non se ne preoccupa, scenderà tra un paio di fermate. C'è una ragazza che è partita senza avvisare i suoi amici che dovrebbero venirla a prendere alla stazione. Allora chiama suo padre, che chiamerà il suo ragazzo, che chiamerà i suoi amici, sperando che siano liberi. C'è una signora senegalese agghindatissima, con collane, braccialetti e vestiti colorati. Canticchia sottovoce e il suono si confonde con il rullio del motore. C'è il controllore dall'accento riminese che non chiede il biglietto ma saluta tutti e ad ogni fermata fischia nell'oscurità, risvegliando i paesini assopiti.

Nessun commento:

Posta un commento