giovedì 20 dicembre 2012


Benny

Era l'unico gatto tigrato che io abbia mai visto ad avere la punta della coda bianca. Sembrava un cane. Dormiva con me, si faceva fare di tutto, non graffiava, non era un ruffiano. Ogni giorno gli aprivamo la porta, lui usciva per andare sui tetti e poi rientrava sempre prima di cena. È stato con noi per alcuni anni, poi un giorno è uscito e non è più tornato. Mi dissero che era andato a morire, forse sulle vecchie mura in rovina vicino a casa nostra. Mi dissero che i gatti sentono quando è il momento, come i capi indiani, e se ne vanno per morire in pace e non farsi più trovare. Io lo capivo, ma non mi andava bene.
Per settimane ricevetti le sue cartoline, dalle più belle capitali d'Europa. Roma, Parigi, Londra. Arrivavano alla mia buchetta personale, fatta di cartone, che stava sotto il letto di ferro azzurro. Erano scritte con grafia incerta, ma dicevano che stava bene, che si era sposato e che ci salutava. Chissà come faceva a trovare sempre cartoline di Ravenna...
Poi un giorno decisi di smettere di ricevere cartoline. Arrivò un altro gatto, ma non era come lui. Rimase poco perché non sembrava trovarsi bene.
Da allora non ci furono più gatti e le vecchie mura vennero chiuse perché pericolanti.

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