giovedì 6 dicembre 2012


La stanza dei là

C'è una stanza in fondo al corridoio nella quale giacciono manufatti di varia natura. Indumenti, penne, libri, segnalibri, scatole vuote di medicinali, monete, lettere, buste, biglietti da visita, creme, profumi e molto altro. È chiamata la stanza dei là perché è stata pensata perché uno possa aprire la porta, gettare dentro l'oggetto che non sa dove mettere e poi dire (o almeno pensare) in tutta serenità: “Là!”.
È una stanza priva di luminarie o di finestre, enorme, forse addirittura infinita (due spedizioni internazionali e una di norvegesi sono partite per delimitarne i confini ma ancora nessuna ha fatto ritorno) e dal suo interno non proviene alcun rumore. Solo di notte, ma non sempre, pare che qualcuno stia russando, ma in lontananza.
L'unico problema è che la stanza si muove. Può rimanere anche per un mese intero accanto al bagno, poi da un giorno all'altro si piazza vicino allo studio o cambia di posto con la cucina. Ma del resto è il suo bello. Perché sai che potrebbe non essere dove te l'aspettavi, ma sei sicuro che la stanza dei là ci sarà sempre.

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