giovedì 10 gennaio 2013


Arturo Provvisorio

Ciao come ti chiami?”
Arturo. Provvisorio...”
Capisco. Io Marcella, definitivo.”
Beata te...”

Arturo una volta si chiamava Deserto, perché è li che era nato. Anche suo padre si chiamava Deserto, mentre sua madre si chiamava Oasi. La legge del sultano prevedeva che ognuno avesse il nome del luogo in cui era venuto al mondo. Quando il sultano morì senza eredi e fu possibile cambiare nome, molti non lo fecero, abituati ormai com'erano al proprio, ma Arturo sì.
Dapprima decise di chiamarsi Oasi, poi Savana, poi Foresta. Non contento di avere nomi che anche altri che conosceva avevano, scelse quindi parole di luoghi che aveva visto ma che non esistevano dove viva lui. Pensò a Montagna, poi Mare, poi Neve, poi Città. Stanco dei nomi di luogo si chiese se nessuno fosse mai nato in cielo, ma pensando agli uccelli decise che fosse possibile e allora si chiamò Cielo. Che comunque era un luogo, in qualche modo, e Arturo voleva di più. Passò da Sasso, poi Sedia, Triangolo, Felicità, Ipotesi, ma anche questi nomi riconducevano sempre a qualcosa. Dopo molti mesi e molti nomi Arturo ebbe l'idea di inventarsi un nome, e fu Gnarz. Ma non gli piaceva il suono. Pensò ad altri nomi ma si accorse che scartava tutti quelli che suonavano male e teneva solo quelli belli da pronunciare e anche questo non gli piaceva. Prese così delle lettere a caso e venne fuori Nxnmausdhjc, che però era impronunciabile. Poi finalmente Arturo trovò un nome che gli piaceva ma un imperatore prese il potere e decise che i nomi sarebbe stati assegnati dal suo governo. Il nome affibbiato tuttavia avrebbe avuto un periodo di prova, durante il quale ognuno poteva abituarsi e vedere come gli stava. Dopodiché sarebbe stato possibile fare al massimo due richieste di cambiamento. Arturo era al primo nome, ma ancora non era sicuro che gli piacesse.

E come vorresti chiamarti?” gli chiese Marcella.
Arturo ci pensò un po', ma il realtà conosceva da tempo la risposta.
Deserto.” disse.

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