giovedì 21 febbraio 2013


Renon (2)
Canederli


Decidiamo di andare a cena nel paesino più basso dell'altopiano, arrampicato attorno e sopra la piazza della chiesa, in mezzo ai filari di vite belli carichi. C'è una sagra, sei o sette stand appena, e la banda di Vanga, composta da soli uomini in abiti tipici tirolesi, che probabilmente raccoglie tutti gli esemplari maschi del paesino, che scopriamo contare due centinaia di abitanti, e qui saranno cinquanta.
Arriviamo presto e compriamo qualche formaggio e dello speck pregissimo di malga. In realtà non siamo qui a caso. Sappiamo che gli stand sono gestiti da alcuni dei più rinomati ristoranti del luogo che per l'occasione preparano pietanze più semplici su piatti di carta o vaschette di plastica, per promuoversi. In pratica si mangia benissimo, spendendo poco, in un clima tranquillo da festa di paese altoatesino.
E' tutto ottimo. Il risotto, i canederli di formaggio, le crepes, il gelato con le fragole. Ma poi arriva la bomba.
Sulla colonna di uno stand di legno scuro, il più grande e rifinito di tutti, è appesa una lavagnetta che recita: canederli dolci, due euro l'uno. Li proviamo.
Dei canederli in realtà hanno solo la forma e apparentemente la consistenza, ma dentro è tutto diverso. La forchettina di legno spacca la pastella fragrante, e ne fuoriesce, lento e denso, il ripieno di ricotta. Il primo boccone è nel complesso dolce e tiepido. Intanto si fa largo il cuore caldo di albicocca. Il secondo boccone è divino. Con molta, molta calma li finisco. Ce ne starebbero altri due, ma l'apoteosi deve fermarsi qui.

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